mercoledì 30 agosto 2017

The social media book Tag


I tag purtroppo o per fortuna (dipende da come la si interpeta xD) mi colpiscono sempre, quindi oggi per caso mentre cambiavo la copertina del libro che leggo sul blog, ed esaminavo se era venuta bene, mi sono imabatutta su questo tag dal blog di Fedy-Ika in Wonderland del blog Dreaming wonderland.

1. Twitter: il racconto breve preferito: Schitimiro e mamma Nasella. Era un libro (che purtroppo non possiedo più) che leggevo sempre da bambina. E credo di averlo letto almeno 30 volte, lo adoravo. E anche se sapevo benissimo la storia lo leggevo quasi tutti i giorni.

2. Facebook: un libro che ti hanno insistentemente consigliato di leggere: Non uno in particolare. Ma mia madre spesso ha insistito perché leggessi libri da adulti. (Che lo faccio già visto che i libri tipo Twilight non sono pensati per i bimbi di 2 anni, e che ok leggevo Stilton ma lo fanno anche persone più adulte di me). Ho provato a leggere il 3° gemello di Follett. Una noia che la metà era abbastanza, mai finito.


3. Tumblr: Un libro che hai letto prima che diventasse un fenomeno: 13. Ebbene sì, io sono una di quelle persone che prese i libro moooolto prima della serie. Quando ancora si parlava poco dopo di volerne fare un film.

4. My space: un libro che non ti ricordi se ti sia piaciuto o meno: Non sono messa così male, anche se ho poca memoria. Ahahahah!

5. Instagram: un libro così bello che hai dovuto pubblicare la foto su Instagram: Storie della buonanotte per bambine ribelli. E un capolavoro!

6. Youtube: un libro che speri diventi un film:(Tipo una marea xD) tra i tanti scelgo La leggenda di Robin (per ora sono arrivata a quello). Devono esserci più film oppure d'animazione dove le femmine sanno cavarsela da sole, NON sono delle Galline viziate, e sono pari agli uomini.

7. Goodreads: un libro che consiglieresti a tutti: (Tra i tanti) Storia di Iqbal, anche se è romanzata (le 2 bambine non esistono nella realtà). Però è importante conoscere bene questa figura, che ha avuto il coraggio di scappare dal lavoro minorile, di denunciare il suo datore, di parlare al mondo di quello che subiscono tanti altri bambini meno fortunati di lui (che non riescono a scappare) e che fino alla fine ha lottato con tutto se stesso.