martedì 26 gennaio 2016

Recensione di: La donna dei fiori di carta di D. Carrisi

Cartaceo: 9.00€
Longanesi:11.60€
eBook: 8.99€
Pag
: 130/176


Trama: Il monte Fumo è una cattedrale di ghiaccio, teatro di una battaglia decisiva. Ma l'eco dei combattimenti non varca l'entrata della caverna in cui avviene un confronto fra due uomini. Uno è un prigioniero che all'alba sarà fucilato, a meno che non riveli nome e grado. L'altro è un medico che ha solo una notte per convincerlo a parlare, ma che ancora non sa che ciò che sta per sentire è molto più di quanto ha chiesto e cambierà per sempre anche la sua esistenza. Perché le vite di questi due uomini che dovrebbero essere nemici, in realtà, sono legate. Sono appese a un filo sottile come il fumo che si leva dalle loro sigarette e dipendono dalle risposte a tre domande. Chi è il prigioniero? Chi è Guzman? Chi era l'uomo che fumava sul Titanic? Questa è la storia della verità nascosta nell'abisso di una leggenda. Questa è la storia di un eroe insolito e della sua ossessione. Questa storia ha attraversato il tempo e ingannato la morte, perché è destinata al cuore di una donna misteriosa.

Voto: 3/5

Mio parere: Personalmente trovo che non abbia un senso ambientare una storia come questa durante la guerra, se poi buona parte del tema si rivolge ad altro. Secondo me avrebbe avuto senso che venisse fatta o nel periodo subito dopo la guerra che il Medico e l'Italiano magari si conoscevano da qualche parte, oppure sempre in quel periodo ma tipo da rifugiati. E' vero, ci sono un sacco di libri sulla guerra che parlano di un tema purtroppo ricorrente, però fatto in questo modo per me è insensato. Però come sempre complimenti a Carrisi, per il resto il libro si legge bene. Non vedevo l'ora di continuarlo per capire cosa sarebbe accaduto e come sarebbe finito. Apprezzo che sia stato messo un 20 anni dopo, con il Medico che va in America a recapitare ad una persona una lettera, e che venga poi fatto capire a chi legge quale fosse l'identità del soldato Italiano.

3 commenti:

  1. Invece io ho a-do-ra-to questo libricino. Un piccolo manuale di vita che ci ricorda il peso della memoria. Bello bello. E poi la penna di Carrisi mi incanta.

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    1. Non è che non mi piace. Però come ho scritto sopra il contesto doveva essere diverso. Perché non trovo sensato che sia ambientato in un campo di battaglia e questi stanno a parlare di cose non inerenti.

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