martedì 14 gennaio 2014

Recensione: Mi chiamo Chuck ho 17 anni e stando a Wikipedia soffro di un disturbo ossessivo - compulsivo

Trama: Charles, detto Chuck, ha diciassette anni e si lava le mani continuamente, controlla anche cento volte di seguito che le piastre dei fornelli siano spente e non va mai a dormire senza aver fatto la pipì fino allo sfinimento. Ha un amico del cuore, Steve, l'unico a cui confida le sue stramberie e una sorella, Beth, bella, normale e piena di amici che lo ignora fino a negargli persino l'amicizia su Facebook. La sua giornata è costellata dalla ripetizione di gesti, regole maniacali che lui stesso si è imposto per non perdere del tutto il controllo di sé. E poi ci sono le Converse: ne possiede decine di paia di ogni colore che ha abbinato ai vari stati d'animo. Converse rosse: arrabbiato; gialle: nervoso e così di seguito. I genitori, però, sono sempre più preoccupati e, nonostante le rimostranze di Chuck, decidono di spedirlo da una psichiatra. L'arrivo di una nuova compagna di classe e il desiderio di aiutare il suo amico bullizzato convinceranno Chuck a prendere sul serio i suoi sintomi e a iniziare una terapia.
Cartaceo: 12.00€
Pag: 288

Voto: 3/5

Mio parere: E' stato un libro carino come libro. Però e uno di quelli che non leggerei una seconda volta. I personaggi non sono malaccio. La storia e scorrevole e tratta di un problema che secondo me è stato poco trattato. Almeno io non conosco altri libri oltre a questo. Ma dal punto di vista del malato non di uno psicologo o dati medici. E questo secondo me e più interessante, perché devi calarti in una parte un po come se fossi un attore. Chuck in fondo e un ragazzo buono, che vorrebbe solo guarire dal suo problema e avere una vita normale come il suo amico Steve. Non pretende di essere popolare, ma solo di non finire le scuole superiori da sfigato come dice lui. Il finale era scontatissimo però lo consiglio come lettura "leggera" magari dopo un librone :) 


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